Il Centro Storico
Un decreto emesso dai Signori of Polcenigo nell’anno 1200, incentivava la costruzione di nuove case nel borgo, allo scopo di attirare nuovi residenti nel centro del paese. Da quel momento storico Polcenigo iniziò a prendere forma e a espandersi ai piedi del Castello. Commercianti, artigiani, notai, sarti, barbieri, pellicciai e fabbri si insediarono in paese mentre prosperavano attività tradizionali, come l’allevamento e l’agricoltura, le osterie, le rivendite di alimentari i mercati e le panetterie.
Dal borgo originale, iniziarono a formarsi altri piccoli insediamenti come il borgo di “Slas”, il borgo di “Coltura”, il borgo verso la chiesa di San Rocco e infine il borgo detto di Mezzo, posto lungo la via che conduce verso la frazione di San Giovanni.
Con il trascorrere degli anni, Polcenigo si trasformò in un centro di cui era particolarmente apprezzata la posizione. Intorno al XIII secolo, sulla collina che porta al castello, fu costruito un convento dei francescani minori accanto a una chiesa preesistete dedicata a San Giacomo. Il convento, citato per la prima volta in un documento del 1262, divenne il centro di vita sociale, economica e religiosa del borgo fino alla fine del XVIII secolo.
Tra il XIV e il XV secolo furono eretti altri edifici religiosi, come la chiesa della Madonna della Salute, 1371, e quella di San Rocco. La prima divenne per un periodo la chiesa parrocchiale di Polcenigo e nel XVI secolo fu oggetto di numerosi restauri che ne modificarono anche l’orientamento (inconsuetamente verso ovest). La seconda fu costruita fuori dalle mura, dove fungeva da “sentinella celeste” contro i contagi pestilenziali portati dai viaggiatori. Il suo tozzo campanile è presumibilmente un’antica torre che faceva parte della cinta muraria del borgo.
Una netta suddivisione del territorio sottolineava la differenza tra le classi sociali. I conti di Polcenigo e la restante nobiltà vivevano nel castello o in palazzi lussuosi, localizzati principalmente lungo Via Coltura e Via Roma. Nel centro vivevano i borghesi, notai e bottegai, mentre nell’immediata periferia vivevano contadini e artigiani. Nel XVII secolo si aggiunsero altre famiglie facoltose, come quelle dei Manin e dei Fullini che si stabilirono nel centro storico e acquisirono case, terreni e titoli nobiliari. Gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio urbanistico dei conti dovevano a quel tempo essere eseguite dal popolo e in via totalmente gratuita. Questo non bastò a impedire il decadimento della struttura del castello che all’inizio del XVIII secolo era in pessime condizioni tanto che nel 1738 i conti fecero costruire al suo posto un’imponente villa in stile veneziano, realizzata su progetto dell’architetto Matteo Lucchesi.